giovedì 7 aprile 2011

Obbigo di Mediazione anche per i contenziosi tra i Cittadini e la Sanità

Il 21 marzo è entrata in vigore la legge che rende obbligatori i tentativi di Mediazione nella giustizia civile.
Pertanto, in presenza di una lite, i cittadini dovranno cercare di risolverla facendo ricorso a un soggetto mediatore "autorizzato" dal ministero della Giustizia e solo in assenza di accordo potrà rivolgersi al giudice ordinario.
Una riforma che cambia radicalmente (in modo negativo) il volto della giustizia civile e che delega a organismi pubblici e privati, con mediatori con appena 50 ore di formazione e, spesso, senza alcuna conoscenza del diritto e delle leggi del nostro Paese, la soluzione di controversie come quella della colpa medica e/o infermieristica. Lascia perplessi il fatto che possono diventare conciliatori tutti i laureati iscritti a un collegio o a un ordine professionale solo dopo aver seguito un corso di formazione 'ad hoc' di appena 50 ore.
Il paziente che presumibilmente ha subito nocumento in ospedale e intende fare causa all'Azienda o alla ASP interessata, dovrà obbligatoriamente cercare di avere giustizia passando prima per il tentativo di conciliazione.
Così un Infermiere, un Medico accusato di negligenza, si troverà a dover discutere di una mediazione proposta da chi probabilmente non ha alcuna conoscenza nel campo della responsabilità sanitaria.
Se il professionista non dovesse accettare la proposta, si troverà trascinato davanti al giudice, con il pregiudizio di aver respinto una mediazione e con il possibile onere delle spese.
Nel caso in cui le parti si presentassero davanti al giudice senza essere prima passate per il tentativo di mediazione, sarà il magistrato stesso ad assegnare alle parti l'obbligo di presentare la domanda di conciliazione entro 15 giorni.
La preoccupazione per questa nuova procedura, che sembra un meccanismo approssimativo, riguarda la vita dei cittadini e il diritto alla salute, ma anche il lavoro degli Infermieri e la tutela della loro serenità professionale, nonché la tenuta dei nostri stessi servizi assistenziali
Dello stesso parere è il Sindacato dei Medici Italiani SMI che esprime una profonda preoccupazione.
Nessuna posizione ancora da parte delle Associazioni infermieristiche (cosa aspettano?).
La norma per la mediazione obbligatoria, tocca il principio di eguaglianza dei cittadini, inibendo, o differendo, il diritto di accesso alla giustizia, senza la dovuta prudenza del rispetto delle regole costituzionali e delle norme di diritto internazionale. Infatti l’Art. 24 della Costituzione al comma 1 recita che “Tutti i cittadini possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi legittimi”; l'Art. 25 garantisce quale diritto inviolabile, che “Nessuno può essere distolto da giudice naturale precostituito per legge”; mentre l’Art. 102 fissa il divieto di costituire giudici speciali o straordinari al di fuori degli organi giudiziari ordinari, se non come sezioni specializzate degli stessi.
La stessa Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo all’Art. 6 riconosce come inviolabile il diritto dell’individuo a ricorrere ai tribunali, vietando espressamente di designare procedure di soluzione extragiudiziale delle controversie in sostituzione delle procedure giudiziarie.
Il nuovo sistema, a mio parere, non faciliterà l'accordo tra le parti e porterà ad un incremento del contenzioso. Infatti, prevedendo una strada relativamente più semplice - (la concilazione deve essere espletato entro 4 mesi dalla domanda con un costo di 40€, mentre le spese per la mediazione seguono un'apposita tabella ministeriale) - rispetto a quella dei tribunali ne riduce le spese e i tempi lunghissimi della giustizia civile (in Italia molto critica), ma aumenta le spese sostenute dai Professionisti dei costi assicurativi e le spese sostenute dai Cittadini che vedono in ciò il "miraggio rapido" di un presunto risarcimento.
In Sanità, il grosso del contenzioso sui presunti errori medici, riguarda denunce per diagnosi sbagliate e farmaci somministrati in modo non adeguato. Aggiungiamoci a questo tutte le responsabilità legate all'assistenza, e il calcolo è prevedibile. Il fenomeno è nettamente in crescita.
Il secondo rapporto della Medmal Claims Italia, realizzato dalla società di brokeraggio Marsh su un campione di 74 ospedali pubblici, rivela che se nel 2004 la media delle richieste di risarcimento danni era di 50 casi l'anno, nel 2009 si è passati a circa 65 per singolo ospedale (+30%) con un aumento consistente negli ospedali del Centro, dove si è passati da 58 denunce a 85 l'anno per ospedale.

Per ulteriori approfondimenti          http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_2_7_5_2.wp



Dott. G.Martorana
Infermiere Forense

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