venerdì 6 aprile 2012

Dimissione dei Pazienti nei DEA: indicazioni per la continuità assistenziale

Un interessante articolo, pubblicato su C.G. Edizioni Medico Scientifiche il 29/03/2012 di Vincenzo Peloponneso e Marco Sechi, su un aspetto molto delicato dell'attività educativa/assistenziale del Personale infermieristico nell'emergenza ospedaliera da cui potrebbe dipendere l'efficacia della prestazione sanitaria e del prosieguo assistenziale, nonchè la responsabilità omissiva per il personale sanitario.
"Alle persone trattate e dimesse dai Dipartimenti di Emergenza (DEA) vengono consegnate indicazioni, spesso complesse, la cui osservanza può essere essenziale per favorire una buona guarigione ed evitare complicanze. I pazienti necessitano di supporto per la gestione di ferite, di dispositivi quali cateteri vescicali, drenaggi, apparecchi ortopedici, per il proseguimento della terapia farmacologica, le eventuali complicanze e per capire quando il follow-up è indicato.
In un DEA (luogo caratterizzato da fretta, rumori e distrazioni) non sempre esistono le condizioni ideali per l'insegnamento e l'apprendimento; anche quando i pazienti sono ansiosi, esausti, a disagio, con difficoltà linguistiche o cognitive, è importante dedicare la massima attenzione affinché le informazioni date siano esaustive e comprensibili. (...)
L’attività educativa dell’infermiere deve essere effettuata in modo strutturato e mirato, al fine di evitare eventuali barriere comunicative che potrebbero ridurre la compliance del paziente. Educare utente e caregiver (1) significa indicare i comportamenti relativi alla cura ed autocura utilizzando, quando possibile, non solo la comunicazione verbale, ma anche appositi materiali informativi in forma scritta creati ad oc per argomenti specifici. Esistono software in commercio in grado di fornire informazioni specifiche correlate ad ogni diagnosi, anche in lingua inglese e spagnola, modificabili dall’infermiere a seconda delle esigenze del paziente.
Spesso però, scrivere una lettera di dimissione in modo chiaro, spiegarlo a voce, permettere al paziente di esprimerei propri dubbi non sono interventi sufficienti; può essere utile fare ripetere ai pazienti con parole proprie le istruzioni appena ricevute. Identificare i pazienti maggiormente a rischio di incomprensione, e successivamente eseguire follow-up telefonici può essere una strategia per individuare e affrontare i bisogni di salute.(...)"
Per approfondire:  I pazienti comprendono le indicazioni alla dimissione?

 (1) Caregiver, è un termine inglese che indica coloro che si occupano di offrire cure ed assistenza ad un'altra persona e possono essere familiari, amici o persone con ruoli diversi, che variano a seconda delle necessità dell'assistito.

martedì 3 aprile 2012

Esercizio abusivo della professione

Questa la Sentenza Sezioni Unite Penali n. 11545 del 23 marzo 2012 in materia di esercizio abusivo di una professione . La pronuncia si inserisce nel contrasto interpretativo in tema dell’art. 348 c.p. e specificatamente in relazione tra atti “tipici” ed atti “caratteristici”.

Le attività “tipiche” sono riservate solo agli abilitati iscritti all’Albo.

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