venerdì 8 luglio 2011

10 suggerimenti per la Sicurezza del Paziente

La Sicurezza del Paziente nei Servizi sanitari viene intesa come: “Dimensione della qualità dell'assistenza sanitaria, che garantisce, attraverso l'identificazione, l'analisi e la gestione dei rischi e degli incidenti possibili per i pazienti, la progettazione e l'implementazione di sistemi operativi e processi che minimizzano la probabilità di errore, i rischi potenziali e i conseguenti possibili danni ai pazienti” (Glossario del Ministero della Salute - http://www.ministerosalute.it– 2006).
La Sicurezza è uno dei fattori determinanti la qualità delle cure e pertanto è uno degli obiettivi prioritari che il Servizio Sanitario Nazionale si pone. Lo sviluppo di interventi efficaci èstrettamente correlato alla comprensione delle criticità dell’organizzazione e dei limiti individuali, richiedendo una cultura diffusa che consenta di superare le barriere per la attuazione di misure organizzative e di comportamenti volti a promuovere l’analisi degli eventi avversi ed a raccogliere gli insegnamenti che da questi possono derivare.
La sicurezza si colloca nella prospettiva di un complessivo miglioramento della qualità e poiché dipende dall’interazioni delle molteplici componenti che agiscono nel sistema, deve essere affrontata attraverso l’adozione di pratiche di governo clinico che consente di porre al centro della programmazione e gestione dei servizi sanitari i bisogni dei cittadini, valorizzando nel contempo il ruolo e la responsabilità di tutte le figure professionali che operano in sanità. ( tratto da: Sicurezza dei pazienti e gestione del rischio clinico: Manuale per la formazione degli operatori sanitari)
Pertanto, ecco  10 suggerimenti fondamentali per la Sicurezza dei Pazienti nelle nostre unità operative ma anche 10 regole preziose per offrire un'assistenza ottimale che contemporaneamente limita le problematiche medico-legali e riduce drasticamente i contenziosi.
Curare le mani
E' indispensabile per evitare le infezioni (Organizzazione Mondiale Sanità-OMS, campagna 2006). Vanno lavate sempre e comunque prima di ogni contatto con il paziente, anche quando si portano i guanti» I monili vanno tolti, così come le unghie artificiali.
Conoscere il paziente
Presentarsi ai nuovi pazienti ed accertarsi della loro identità. Verificare sempre e comunque l'identità del paziente in caso di intervento chirurgico, trasfusioni, prestazioni invasive». Talvolta il paziente sottovaluta alcuni aspetti rilevanti per la salute e non li comunica, per cui, quando possibile, fargli compilare questionari per la raccolta di informazioni sulla sua storia di salute e la situazione attuale. In particolare, chiedere al paziente di fornire tutta la documentazione sanitaria ed informazioni su:
• abitudini ed allergie (a farmaci, cibi, tessuti, metalli..)
• farmaci, preparati omeopatici e di erboristeria assunti
• parenti autorizzati a ricevere informazioni, anche in casi estremi
• stato di gravidanza (in radiologia).
Particolare attenzione va dedicata alla conoscenza ed alla valutazione del paziente, dei suoi bisogni, delle sue condizioni e caratteristiche. Nel caso di dubbio, verificare con un colloquio il rischio di suicidio (consultare l'apposita Raccomandazione ministeriale). Se servisse, chiedere la presenza di un Interprete o mediatore culturale. Istruire il paziente sia durante la degenza in ospedale che in assistenza domiciliare sull'abbigliamento idoneo per evitare le cadute (pantofole, assenza di cinture) e sui contenitori adeguati in cui riporre le protesi nonché sul comportamenti da adottare per non incorrere in rischi.
Preparare con cura l'intervento chirurgico
Verificare con il paziente l'area di intervento e contrassegnarla. Istruire il paziente sui comportamenti da assumere prima e dopo l'intervento. Utilizzare una check list per contare le pinze, le garze e gli altri strumenti prima e dopo l'intervento. Consultare a tale proposito le specifiche Raccomandazioni ministeriali.
Collaborare e supervisionare
Assicurare che le fasi di scambio ed interconnessione tra operatori e con le altre Unità Operative siano svolte con attenzione, senza Interruzioni. Promuo­vere la «operazione tra tutti coloro che intervengono sul paziente, Supervisio­nare l'operato degli operatori e degli studenti affidati, nonché dei volontari, dei familiari e dei pazienti. Per assicurare sinergia tra operatori nella prassi assi­stenziale, è utile l'identificazione condivisa di profili assistenziali, con l'ausilio di linee guida e protocolli.
Curare la comunicazione tra gli operatori
Limitare gli ordini verbali all'indispensabile, e comunque verificare sempre la ricezione delle informazioni trasmesse. Accertare la chiarezza di quanto scritto a mano. Scambiare informazioni e consegne verificando la comprensione, inclusa la corretta identità del paziente. Compilare con accuratezza la cartella clinica e gli altri strumenti informativi (il più possibile pre-codlfìcati).
Prendersi cura di se stessi
L'abitudine rispetto a certe azioni può indurre ad effettuare errori per disatten­zione, cosi come le Interruzioni, la noia, la rabbia, l'ansia, la paura, la fretta, la fatica, che vanno quindi riconosciuti ed affrontati con opportune strategie. Uti­lizzare camici e divise nei luoghi e secondo le modalità appropriati.
Verificare le condizioni dell'ambiente in cui si opera
Verificare l'eventuale presenza, nell'ambiente, di possibili barriere e condizioni di rischio (ad esempio, posizione delle luci notturne per gli spostamenti del pazienti, pavimenti scivolosi)* Controllare la presenza ed il funzionamento delle apparecchiature e l'effettuazione della manutenzione. Accertare la idoneità dei dispositivi sanitari in uso. Assicurarsi dell'attivazione del sistemi d'allarme,
Istruire i familiari ed i volontari
Accertare la conoscenza, da parte dei familiari e dei volontari, delle istruzioni per l'assistenza al proprio caro e delle misure da adottare per prevenire even­tuali rischi.
Segnalare eventi evitati ed eventi avversi
Collaborare alle attività di promozione della sicurezza. Per migliorare la sicu­rezza ed adottare idonee misure, è utile apprendere dall'esperienza. E' estre­mamente importante, quindi, analizzare gli eventi accaduti, identificando le cause e gli ambiti su cui intervenire. A tal fine, è essenziale segnalare (utilizzando gli appositi moduli) gli eventi evitati (quasi eventi) e gli eventi avversi, nonché partecipare agli audit e collaborare alle indagini sugli eventi accaduti.
Occuparsi della propria formazione
Mantenersi aggiornati partecipando ad iniziative formative. Consultare i siti e la documentazione proposti dagli Ordini, dal Collegi e dalle Associazioni pro­fessionali, dalle Società scientifiche. Sono disponibili, inoltre, strumenti e materiali specifici sul sito del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Condividere i materiali e le conoscenze con gli altri membri della équipe e gli studenti.

venerdì 10 giugno 2011

Approvato il DL che attua il "Collegato lavoro" sui Permessi e Congedi

Approvato ieri dal Consiglio dei ministri lo schema del decreto legislativo su permessi e congedi presentato dai ministri Renato Brunetta e Maurizio Sacconi, che modifica l’art. 33 della L. 104/1992 : il testo attua la delega del collegato lavoro (L.183/2010) per il «riordino e la riduzione delle possibilità di fruizione di permessi, congedi e aspettative nel settore pubblico e privato», al fine di  renderne più trasparente l’utilizzo e ridurne gli abusi.
                                                  Quali Novità:
    Congedo di maternità:
In caso di interruzione spontanea o terapeutica della gravidanza le lavoratrici potranno rientrare in azienda in qualunque momento, salvo un preavviso di 10 giorni al datore di lavoro;
    Congedo parentale:
I lavoratori (padre o madre) con figlio minore, anche adottivo, affetto da handicap grave avranno diritto, entro il compimento dell’ottavo anno di vita del figlio, all’allungamento del congedo parentale fino a tre anni «a condizione che il bimbo non sia ricoverato a tempo pieno presso istituti specializzati, salvo che, in tal caso, sia richiesta dai sanitari la presenza dei genitori»;
    Congedo per l’assistenza a soggetti portatori di handicap:
Il dipendente ha diritto di prestare assistenza nei confronti di più persone in situazione di gravità, a condizione che  si tratti del coniuge o di un parente o affine entro il primo grado (e non più entro il secondo grado), o entro il secondo grado (e non più entro il terzo grado), qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
   Congedi straordinari (fino a 24 mesi) finalizzati alla cura di parenti in condizioni di disabilità grave:
Viene confermata l’estensione dei possibili beneficiari (estesa la copertura ai figli, come deciso dalla Consulta); se l’assistito risiede in un Comune distante oltre 150 chilometri dal luogo di residenza del lavoratore, quest’ultimo dovrà attestare «con un titolo di viaggio o altra documentazione» di averlo effettivamente raggiunto.
     Congedi straordinari per i dipendenti pubblici ammessi ai concorsi di dottorato di ricerca:
L’aspettativa è estesa a tutto il personale «contrattualizzato»; se il dipendente si dimette nei due anni successivi al concorso è tenuto a rimborsare all’amministrazione quanto percepito in aspettativa. (Notizie di diritto)
 

mercoledì 8 giugno 2011

Corso ECM gratuito

Il Collegio IPASVI Palermo
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LA CONTINUITÀ ASSISTENZIALE TERRITORIALE IN PEDIATRIA

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mercoledì 25 maggio 2011

Linee guida sugli stati vegetativi e stato di minima coscienza

L’accordo nella Conferenza Unificata,  fra ministero della Salute, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano sulle Linee di indirizzo per l'assistenza alle persone in stato vegetativo e stato di minima coscienza.

Cosa prevede il documento:

- La realizzazione di un sistema integrato ospedale-territorio per costruire un percorso di "dimissione protetta" riducendo al minimo, per quanto consentito dalle condizioni cliniche del paziente, la permanenza nelle UU.OO. intensive di rianimazione.
- L’agevolazione al trasferimento il più immediato possibile in ambienti adeguati a fornire ai pazienti un'assistenza più attenta agli aspetti funzionali e riabilitativi e al benessere delle loro famiglie.

La fase acuta prevede la riduzione, quanto più possibile,della permanenza nelle UU.OO. intensive di rianimazione e che il paziente sia collocato al più presto in ambienti sub-intensivi dove possa essere affidato a "professionisti particolarmente esperti nel settore delle gravi cerebro lesioni acquisite".
La fase post-acuta prevede delle Unità dedicate alla neuro-riabilitazione intensiva con il collegamento in rete con gli altri servizi di riabilitazione sia a breve che a lungo termine.
La condizioni di stabilità clinica prevede sia soluzioni di assistenza domiciliare integrata che soluzioni di assistenza residenziale anche in strutture extraospedaliere per ricoveri momentanei detti"di sollievo" per le famiglie impegnate nell'assistenza domiciliare del familiare.
Queste decisioni devono tenere conto della scelta migliore per il paziente, che potrà cambiare in funzione dei possibili mutamenti delle condizioni cliniche e per nuove esigenze della famiglia.

Le Linee Guida prodotte:

-                    Serviranno per definire i Percorsi dei pazienti: dal tipo di assistenza erogata e la relativa organizzazione in tutte le fasi cliniche (iperacuta , critica e post-acuta), fino alla stabilità e al possibile rientro a domicilio del paziente
-                    Dovranno essere seguite da ciascuna Regione, trasferite successivamente nella Carta dei Servizi e comunicati con chiarezza alle famiglia, in modo da accompagnarle e supportarle durante tutte le fasi dell'assistenza e presa in carico del paziente

Particolare attenzione dovrà essere posta nelle modalità di passaggio da una fase all'altra e nelle modalità di dimissione protetta in modo da evitare fratture nella continuità assistenziale e condizioni di "abbandono" delle famiglie.
Dovranno essere previste inoltre "adeguate forme di consultazione con le associazioni dei familiari" e il "monitoraggio della qualità dell'assistenza erogata".

venerdì 13 maggio 2011

Pubblicato il decreto su lavori usuranti e accesso al pensionamento anticipato (D.Lgs. 67/2011)

Con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale n. 108 dell’11 maggio si è concluso l’iter del decreto legislativo che regola l'accesso al pensionamento anticipato per lavoratori con mansioni particolarmente faticose (D.Lgs. 21 aprile 2011, n. 67); 
Si tratta di una prima attuazione delle numerose deleghe contenute nel cosiddetto collegato lavoro (L. 183/2010), in questo caso quella riportata all'articolo 1 e che doveva essere esercitata entro 3 mesi dall'entrata in vigore della citata legge.
Il provvedimento individua come usuranti, fra gli altri, i lavori in gallerie, cave e miniere, in cassoni ad aria compressa, in spazi sottomarini, quelli eseguiti ad alte temperature, in spazi ristretti, per asportazione dell'amianto (già presenti nel precedente decreto sui lavori usuranti, il cosiddetto decreto Salvi del 1999); a questi si aggiungono quanti eseguono lavori notturni (almeno 64 notti per chi matura i requisiti dal luglio 2009, 78 per chi li ha maturati tra il 2008 e la prima metà del 2009), gli addetti alla cosiddetta linea catena (la catena di montaggio) e i conducenti di veicoli con capienza non inferiore ai 9 posti (conducenti di autobus, pullman turistici ecc.).
Il pensionamento anticipato è previsto che chi ha svolto attività usuranti per almeno 7 anni negli ultimi 10, nel caso di decorrenza entro il 31 dicembre 2017; dal 2018 occorrerà aver effettuato lavori faticosi per metà della propria vita lavorativa.
Dal 2013, quando le nuove disposizioni andranno a regime, i lavoratori individuati dal decreto potranno andare in pensione con un'età anagrafica inferiore di 3 anni rispetto a quella prevista per la generalità dei lavoratori (oppure tre punti in meno se si considera la quota tra età e anni di contribuzione, 94 invece di 97 e un'età anagrafica minima di 58 anni). Fino alla data del 2013 l’anticipo per l'accesso alla pensione varierà da 1 a 3 anni.

martedì 3 maggio 2011

Sospetto di Abuso sessuale nei bambini prepuberi

È disponibile on line il volume "L'abuso sessuale nei bambini prepuberi. Requisiti e raccomandazioni per una valutazione appropriata" realizzato dal Gruppo di lavoro per l'abuso e il maltrattamento dell'infanzia, coordinato da Maria Rosa Giolito dell'Azienda sanitaria locale "TO 2"  che ha coinvolto Professionisti italiani afferenti all’area ginecologica, medico-legale e pediatrica.
La Guida colma la carenza di una specifica formazione universitaria attraverso la definizione di un metodo rigoroso nella ricerca, raccolta e documentazione degli elementi utili a rilevare l’abuso sessuale dei minori. Il suo utilizzo aiuta sia il medico che deve affrontare per la prima volta una situazione di sospetto abuso sessuale, sia gli operatori più esperti che in essa possono trovare un sintetico compendio di tutti gli elementi necessari per una corretta semeiotica.
La pubblicazione è rivolta ai Professionisti che in qualche modo assistono i bambini e offre un percorso diagnostico, un modello di cartella clinica e refertazione, e una trattazione della segnalazione all'autorità giudiziaria per un corretto approccio ai minori con sospetto di abuso sessuale.


dott. G.Martorana
Infermiere Forense