Bisogna necessariamente sollevare la questione!
La Legge 43 del 2006, che doveva regolare le specializzazioni infermieristiche in Italia, ha creato aspettative per un percorso strutturato di crescita professionale e riconoscimento di specialisti nel settore infermieristico. Tuttavia, molti lamentano che, nonostante la legge, non ci sia stata mai un'effettiva implementazione a livello pratico per quanto riguarda la creazione di figure specializzate con competenze e riconoscimenti specifici, come previsto.
L'introduzione di queste nuove lauree magistrali in Cure Primarie e Sanità Pubblica, Cure Pediatriche e Neonatali e Cure Intensive e nell’Emergenza sembra una mossa volta a colmare alcune delle lacune in termini di formazione avanzata.
Ma senza un riconoscimento normativo e professionale adeguato delle competenze specialistiche, queste nuove lauree potrebbero rischiare di aggiungere ulteriori qualifiche senza che vi sia un effettivo riscontro nella carriera lavorativa. O peggio, la creazione di un altro business formativo Universitario con un oneroso esborso economico per una Professione con gli stipendi più bassi d' Europa!
Il problema resta legato all'integrazione tra l'istruzione e il sistema sanitario, che deve evolversi per riconoscere e sfruttare al meglio le competenze avanzate degli infermieri specializzati già presenti e in forza lavoro nel SSN. Ma l'assenza di percorsi chiari, o volutamente ombrosi, per il riconoscimento di queste figure professionali rende l'intera questione controversa, sollevando dubbi sul senso di ampliare l'offerta formativa senza una reale integrazione a livello lavorativo.
Sarebbe necessario un passo avanti concreto per garantire che gli infermieri specialisti vengano adeguatamente riconosciuti e valorizzati, applicando la Legge 43 del 2006, e che queste "nuove lauree", in questo momento assolutamente inutili, abbiano un impatto valorizzante di un SSN ripensato, riqualificato e a misura di Paziente!
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