lunedì 3 ottobre 2011

Il Parlamento Europeo si pronuncia sull'obbligatorietà della "mediazione civile"

Il Parlamento europeo, con la risoluzione (2011/2026(INI)) del 13 settembre 2011, riconosce che l’articolo 5, paragrafo 2, consente agli Stati membri di rendere obbligatorio il ricorso alla mediazione civile o di sottoporlo a incentivi o a sanzioni, sia prima che dopo l’inizio della procedura giudiziaria, a condizione che questo non precluda agli attori di esercitare il loro diritto di accesso al sistema giudiziario.
Il Parlamento ritiene che nel sistema giuridico italiano, la mediazione obbligatoria sembra finalizzata proprio all’obiettivo primario della riduzione della congestione nei Tribunali; per tale motivo, al pari di altri Paesi in cui essa è obbligatoria, come Bulgaria e Romania, può contribuire a una soluzione rapida delle controversie riducendo i tempi eccessivamente lunghi della giustizia civile.
Il Parlamento europeo non manca di sottolineare che la mediazione dovrebbe essere promossa come una forma di giustizia alternativa concretamente praticabile, a basso costo ed entro tempi più rapidi, piuttosto che come un elemento obbligatorio della procedura giudiziaria stessa. 
Pertanto, le Autorità nazionali dovrebbero essere incoraggiate a sviluppare programmi atti a promuovere una conoscenza adeguata delle composizioni alternative delle controversie, evidenziando i principali vantaggi della mediazione, ovvero i costi, il tasso di successo, nonché l’efficienza in termini temporali.
Inoltre, il Parlamento riconosce anche l’importanza di stabilire norme comunitarie per l’accesso alla professione di Mediatore, che favoriscano un livello qualitativo elevato e assicurino elevati standard di formazione professionale con un sistema di accreditamento dei Mediatori che possa valere in tutta l’Unione europea.

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