domenica 8 ottobre 2023

Riorganizzazione delle Aziende del Servizio Sanitario Regionale

Si apre in Sicilia una nuova era? Realtà territoriali profondamente diverse, distanti l'una dall'altra parecchi kilometri? Si costituiscono nuovi campi di battaglia economico-sanitari, politico-sanitari e nuovi scontri di poteri che faranno, marginalmente, gli interessi dei cittadini? Dicono che è solo una bozza! :))






giovedì 14 settembre 2023

SEPSI: 13 Settembre giornata mondiale

Presso l’Aula Maurizio Ascoli del Policlinico P. Giaccone di Palermo, si è tenuto una giornata formativa sul tema “Gestione della Sepsi: Prevenzione, Diagnostica e Clinica”. Responsabili scientifici: Dott. Luigi Aprea e Dott. Salvatore A. Distefano

ecmitalianmr.it/event/gestione-della-sepsi

Ogni anno, in tutto il mondo, il 13 settembre viene celebrata la Giornata mondiale per la lotta alla sepsiAnche la comunità professionale dell’AOU Policlinico “P. Giaccone” vuole celebrare questa giornata attraverso un momento formativo volto ad accrescere la consapevolezza su questo tema, per migliorare la prevenzione, il riconoscimento precoce, la gestione clinica e laboratoristica della sepsi.

La sepsi è definita, in base al consensus "Sepsis-3" del 2016, come una disfunzione d'organo potenzialmente letale, causata da una risposta disregolata dell'organismo a un'infezione.

Le complesse interazioni tra il microrganismo infettante, il sistema immunitario dell'ospite, le risposte infiammatorie e la coagulazione influenzano l'esito nella sepsi.

Nel mondo sono circa 47-50 milioni i casi di sepsi, che si verificano ogni anno nel mondo, l'80% dei quali avvengono in comunità. Nel 40% dei casi si tratta di bambini di età inferiore ai 5 anni. In Europa si registrano circa 700mila casi di sepsi. Globalmente, 1 decesso su 5 è associato a sepsi, per un totale di almeno 11 milioni di decessi l’anno. Inoltre la letteratura scientifica dimostra che gli effetti a lungo termine della sepsi, noti come sindrome post-sepsi, si verificano fino al 50% dei sopravvissuti, i quali soffrono di sequele fisiche, cognitive e psicologiche persistenti. Il recupero può richiedere mesi o anni.

In Italia, il numero di certificati di morte che hanno riportato sepsi è aumentato da 18.939 nel 2003 a 49.010 nel 2015 (dal 3 all'8% di tutti i decessi in Italia registrati in questi anni). La sepsi rappresenta, quindi, non solo una sfida clinica, ma anche un importante problema di salute pubblica.

La diagnosi tempestiva è fondamentale per la gestione della sepsi, come l'inizio di una corretta terapia precoce è fondamentale per ridurre la mortalità da sepsi grave. Uno dei problemi da affrontare per una gestione adeguata del paziente settico è il ritardo nell'assegnazione del trattamento corretto che fa seguito alla diagnosi.

Per tale motivo è di fondamentale importanza il supporto del laboratorio di patologia clinica con i biomarcatori di sepsi e il laboratorio di microbiologia con l’identificazione dei principali microrganismi responsabili di sepsi con l’utilizzo di moderni sistemi diagnostici.

Per prevenire la sepsi è necessario prevenire le infezioni, soprattutto quelle correlate all’assistenza, mediante la frequente igiene delle mani eseguita correttamente, l’applicazione scrupolosa delle misure di prevenzione, il controllo delle infezioni (IPC) nei setting di cura e l’aggiornamento periodico del personale sanitario in materia di IPC e infezioni antimicrobico-resistenti, l’uso delle vaccinazioni disponibili.


AdnKronos: Sepsi, un morto ogni 2,8 secondi. Casi in aumento anche in Italia (msn.com)

mercoledì 23 agosto 2023

Infezioni correlate all'assistenza (ICA) ELENCO ONERI PROBATORI gravanti sulle Strutture sanitarie

In tema di ICA, alla struttura sanitaria compete la prova di aver adempiuto esattamente la prestazione o la prova della causa imprevedibile ed inevitabile dell’impossibilità dell’esatta esecuzione. Con riferimento specifico alle infezioni nosocomiali, spetterà alla struttura dimostrare di: 1) Aver adottato tutte le cautele prescritte dalle vigenti normative e dalle leges artis, al fine di prevenire l’insorgenza di patologie infettive; 2) Aver applicato i protocolli di prevenzione delle infezioni nel caso specifico. 3) Aver adempiuto esattamente alla prestazione in materia di prevenzione e controllo delle infezioni nosocomiali, grazie a un sistema di monitoraggio e valutazione delle attività di prevenzione, che preveda la raccolta, l'analisi e la documentazione dei dati relativi alle infezioni ospedaliere e alle attività di prevenzione.

Con la sentenza 6386/2023 del 3 marzo 2023, la Corte di Cassazione Sezione III (Presidente Travaglino, Relatore Rubino) interviene sul tema delle infezioni ospedaliere. 

I Supremi Giudici elencano gli ONERI PROBATORI gravanti sulla struttura sanitaria per attestare che tutte le misure di prevenzione siano state rispettate:

a) L’indicazione dei protocolli relativi alla disinfezione, disinfestazione e sterilizzazione di ambienti e materiali;

b) L’indicazione delle modalità di raccolta, lavaggio e disinfezione della biancheria;

c) L’indicazione delle forme di smaltimento dei rifiuti solidi e dei liquami  

d) Le caratteristiche della mensa e degli strumenti di distribuzione di cibi e bevande;

e) Le modalità di preparazione, conservazione ed uso dei disinfettanti;

f) La qualità dell’aria e degli impianti di condizionamento;

g) L’attivazione di un sistema di sorveglianza e di notifica;

h) L’indicazione dei criteri di controllo e di limitazione dell’accesso ai visitatori;

i) Le procedure di controllo degli infortuni e delle malattie del personale e le profilassi vaccinali;

j) L’indicazione del rapporto numerico tra personale e degenti;

k) La sorveglianza basata sui dati microbiologici di laboratorio;

l) La redazione di un report da parte delle direzioni dei reparti a comunicare alle direzioni sanitarie al fine di monitorare i germi patogeni-sentinella;

m) L’indicazione dell’orario della effettiva esecuzione delle attività di prevenzione del rischio.

Questa sentenza della Suprema Corte, traccia direttamente gli oneri probatori sulla base di vere e proprie direttive tecniche che imporranno agli Operatori sanitari dei comportamenti in termini di produzione e valutazione della documentazione atta a sorreggere le loro ragioni in caso di contenzioso.

Per approfondimenti: Cassazione su infezioni ospedaliere: cambia tutto? - Simla (simlaweb.it)

venerdì 7 luglio 2023

Le Infezioni correlate all'assistenza (ICA) ed il lavaggio delle mani

 L'A.O. OO.RR. Villa Sofia Cervello, nell'ambito delle problematiche legate alle ICA, ha organizzato un corso di aggiornamento per i dipendenti in quattro edizioni: 24/05/2023, 22/06/2023,05/10/2023 e 05/11/2023.

Il taglio dato al corso è volutamente pratico mostrando i risultati ottenuti dai Gruppi Operativi per il Controllo delle Infezioni Ospedaliere riguardanti  gli studi di Prevalenza e Incidenza (protocolli ECDC) effettuati, lo stato dei Microrganismi multi-resistenti in Azienda, le verifiche sul lavaggio delle mani degli operatori, la modulistica utilizzata dai GG.OO. -CIO per le azioni di sorveglianza e verifica, le ICA in ambito neonatale e le problematiche medico-legali correlate alle ICA alla luce della nuova sentenza della Corte di Cassazione degli oneri probatori ( di cui ne parlerò nel prossimo post).

mercoledì 14 settembre 2022

13 settembre 2022, Giornata mondiale per lotta alla sepsi

 E' trascorsa ieri 13 settembre 2022, nel silenzio assoluto la Giornata mondiale per la lotta alla sepsi. 

Tra il funerale della regina, la guerra in Ucraina e gli argomenti CoVid, era l'argomento "meno importante" giornalisticamente parlando da affrontare. Riporto i dati del sito del MdS augurandomi che per il futuro si ponga maggiore attenzione a un argomento così importante ma subdolo, che miete vittime più di una qualsiasi guerra tradizionale in tutto il mondo.

https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=5987

Ogni anno, in tutto il mondo, il 13 settembre viene celebrata la Giornata mondiale per la lotta alla sepsi World Sepsis Day. Si tratta di un’iniziativa globale, quest'anno alla sua decima edizione, volta ad accrescere la consapevolezza pubblica su questo tema, per migliorare la prevenzione, il riconoscimento e la gestione clinica della sepsi, in particolare nei Paesi in via di sviluppo (Low-to-Middle-Income Country, LMIC), ma anche nel nostro Paese. Anche quest’anno il Ministero della Salute rinnova il proprio impegno nel sostenere la campagna promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).  

Dati epidemiologici

La sepsi è la grave complicanza di un'infezione, che danneggia tessuti e organi compromettendone il funzionamento e che può portare a shock, insufficienza multiorgano e morte, soprattutto se non riconosciuta e non trattata prontamente. 

Nel mondo sono circa 47-50 milioni i casi di sepsi, che si verificano ogni anno nel mondo, l'80% dei quali avvengono in comunità. Nel 40% dei casi si tratta di bambini di età inferiore ai 5 anni. In Europa si registrano circa 700mila casi di sepsi. Globalmente, 1 decesso su 5 è associato a sepsi, per un totale di almeno 11 milioni di decessi l’anno. Inoltre la letteratura scientifica dimostra che gli effetti a lungo termine della sepsi, noti come sindrome post-sepsi, si verificano fino al 50% dei sopravvissuti, i quali soffrono di sequele fisiche, cognitive e psicologiche persistenti. Il recupero può richiedere mesi o anni.

In Italia, il numero di certificati di morte che hanno riportato sepsi è aumentato da 18.939 nel 2003 a 49.010 nel 2015 (dal 3 all'8% di tutti i decessi in Italia registrati in questi anni). La sepsi rappresenta,  quindi, non solo una sfida clinica, ma anche un importante problema di salute pubblica.

Molti pazienti colpiti da sepsi hanno bisogno di trasfusioni di sangue o di emoderivati. Pertanto, disporre di una riserva sicura di sangue è una parte importante della lotta alla sepsi in tutto il mondo. Alcune persone sono più a rischio di sepsi, come le persone con malattie croniche a polmoni, fegato, cuore, coloro senza milza, o con un sistema immunitario indebolito, i bambini di età inferiore a un anno, gli adulti over 60. I pazienti affetti da malattie oncologiche hanno un rischio di sepsi 10 volte maggiore e il 43% di probabilità in più di morire di sepsi rispetto a pazienti non oncologici. Il fumo è un fattore di rischio di sepsi, poiché aumenta il rischio di infezione respiratorie.

Le grandi disuguaglianze sanitarie e la relativa attenzione prestata alla sepsi sono state aggravate dalla pandemia di COVID-19. Per questo, diverse società e iniziative internazionali, come le risoluzioni WHA (World Health Assembly) più recenti, The European Society of Intensive Care Medicine (ESICM), The Global Sepsis Alliance (GSA) e The Society of Critical Care Medicine (SCCM), sottolineano la necessità di mantenere l'attenzione sulle misure di prevenzione delle infezioni e di utilizzare le piattaforme digitali di successo istituite con la pandemia COVID-19 per sostenere la lotta alla sepsi.

Cosa fare

Per prevenire la sepsi è necessario prevenire le infezioni, soprattutto quelle correlate all’assistenza, mediante la frequente igiene delle mani eseguita correttamente, l’applicazione scrupolosa delle misure di prevenzione e controllo delle infezioni (IPC) nei setting di cura e l’aggiornamento periodico del personale sanitario in materia di IPC e infezioni antimicrobico-resistenti, l’uso delle vaccinazioni disponibili. 

Dal 2016 la Global Sepsis Alliance organizza, ogni anno, un simposio per celebrare la Giornata. Quest’anno, l’evento Making sepsis a national and global health priority si terrà a Berlino e potrà essere seguito in streaming.

 Per saperne di più

 

sabato 19 settembre 2020

Professione infermieristica. Infermiere, la frammentazione professionale, etica e culturale. I Parte

 Una riflessione che riguarda la Professione infermieristica. I Parte

Ho notato che da qualche tempo continuano a formarsi, costituirsi nuove associazioni, gruppi di infermieri che rivendicano qualsivoglia interesse corporativo che rasenta il personale. E' probabile che la nostra storia professionale non abbia insegnato proprio nulla, continuando a frammentare la Professione in insignificanti piccoli gruppi che probabilmente non otterranno mai nulla! Ma com'è possibile che non riusciamo a costruire una sintesi degli obbiettivi comuni veramente importanti per la nostra Professione? Anche il nostro Ordine, prima Collegio assente nella percezione di molti colleghi, non si è mai dimostrato molto incisivo (per mille motivi POLITICI). Lo stato attuale professionale e lavorativo della maggior parte degli infermieri italiani è la prova provata! Disagio, insoddisfazione, abbandono della professione, lavoro non qualificato, "demansionamento" e la professione meno pagata in Europa. 

Eppure la nostra storia professionale ha mandato tantissimi segnali negativi!

Ecco un elenco non esaustivo delle macro- negatività.

 Il passaggio alla professione, dall'oggi al domani, di ausiliari con una semplice lettera da parte del primario di reparto.

 La riqualificazione degli infermieri generici a professionali con solo sei mesi di corso integrativo.

 I soli due anni di scuola superiore per avere il diploma e intraprendere la professione fino agli inizi degli anni 90.

 L'abolizione del mansionario senza una visione e evoluzione chiara e organica del dopo.

 Il diploma di scuola media superiore per avere il diploma universitario.

 Il diploma di scuola media superiore per avere la laura breve.

 Il business dei master universitari e soprattutto on-line .

 Il diploma di infermiere professionale per avere la laura  breve (creditizia).

 Il business delle laure universitarie creditizie anche on line.

 Il business on line degli aggiornamenti professionali.

 La legge sulle Professioni specialistiche (anche queste tali e tanti da non avere un reale riscontro lavorativo) POLITICAMENTE mai diventata operativa.

 L'istruzione universitaria tolta ai professionisti infermieri e dirottata POLITICAMENTE altrove (MED45).

 L'eterogenicità POLITICA dell'istruzione universitaria (compresa la laurea magistrale) presso i vari Atenei.

 La Dirigenza infermieristica ostacolata POLITICAMENTE in tutti i modi e mai attuata.

 Il passaggio da IPASVI a Ordine senza una evoluzione, una visione chiara e organica del dopo.

 La Professione infermieristica, ora laureata e iperqualificata, stagnante ancora in un contratto rivolto prevalentemente a operatori tecnici.

Mi sembra che ci siano abbastanza ragioni per definire la nostra Professione attualmente eterogenea e frammentata! Una realtà professionale in cui convivono professionisti culturalmente diversi (anche dopo aver fatto lo stesso percorso universitario) con tutti i limiti, i conflitti e le problematiche che tutto ciò ha creato, crea e continuerà a creare nel prossimo futuro. E tutto questo fino a quando gli interessi personali prevaricheranno gli interessi professionali!