mercoledì 30 novembre 2011

La Memoriazione: utilità della Relazione scritta

La memoria è quella funzione psichica volta all'assimilazione, alla ritenzione e al richiamo di informazioni apprese durante l'esperienza.
Poichè la memoria non risulta necessariamente stabile, a parità di contenuti o classi di stimoli, affidare la propria "Memoria" (difensiva, lavorativa o di intervento) ad un supporto cartaceo/informatico, ha il vantaggio di effettuare una minuziosa descrizione con una serie di sensazioni, dati obbiettivi e soggettivi, nonchè il perchè della nascita di quelle "criticità" assistenziali, che in un futuro (prossimo o anteriore) possano riportare ed aiutare il ricordo di episodi altrimenti impossibile da recuperare.

La "Memoriazione" (Relazione scritta) è una descrizione dettagliata precisa e puntuale, (diventa un documento), capace di dimostrare (all'occorrenza) quella realtà percepita su fatti addebitati e/o contestati. Affidare quindi, la propria esperienza, che in qualche modo ha mostrato/subito "criticità" in alcuni passaggi, (es. Memoria d'intervento) ad un supporto cartaceo/informatico, ha indubbi vantaggi .
La "Memoriazione" è arricchita anche da elementi emotivi (come emozione e motivazione), oltre che da elementi oggettivi (riguardanti il tipo di informazioni da ricordare), così viene descritta come processo cognito-emotivo eminentemente attivo.
Tale processo si concretizza in un percorso di ricostruzione e concatenamento dettagliato di varie tracce attendibili (anche documentali) che piuttosto ad un semplice immagazzinamento di dati mnemonici che probabilmente col tempo potrebbero perdersi.

domenica 27 novembre 2011

Responsabilità professionale per infusione fuori vena (sentenza n. 31133/11)

I Sanitari di turno hanno la responsabilità anche per cattivo funzionamento del dispositivo di allarme elettronico di una pompa di infusione che arresta la perfusione della soluzione, qualora l'infusione vada fuori vena.
Sussiste la responsabilità penale per lesioni colpose dell' Infermiere (e la responsabilità civile per danni in concorso con la ASL) che per negligenza ometta di effettuare i dovuti controlli durante il proprio turno, per accertarsi della corretta posizione  dell’ago della flebo. Ciò non permette di accorgersi tempestivamente dell'accidentale fuoriuscita dell'ago dal lume venoso che ha cagionato lesioni cutanee da ustioni dalle quali derivava una malattia di durata superiore a 40 giorni.
Questi principi sono stati affermati dalla Corte di Cassazione, quarta sezione penale, nella sentenza n. 31133/11 con la quale è stato respinto il ricorso avanzato da due infermiere avverso la sentenza della Corte d’Appello di Lecce che aveva confermato la decisione del locale Tribunale che le aveva ritenute colpevoli del reato di lesioni colpose in danno di un piccolo paziente e condannate alla pena di 200,00 euro di multa, oltre al risarcimento, in solido con il responsabile civile Asl, dei danni da liquidarsi in separata sede, nonché al pagamento di una provvisionale di euro 10.000,00 in favore di ciascuna delle parti civili.
La Suprema Corte - respingendo la tesi della difesa delle due infermiere che aveva sostenuto, tra l’altro, che le predette avevano fatto legittimamente affidamento sul buon funzionamento del dispositivo elettronico di allarme che presidiava la pompa di infusione, ha osservato che la negligenza di questi sanitari era consistita nell’avere sottovalutato le segnalazioni effettuare dalla madre del paziente che avrebbe dovuto indurle, pur in mancanza dei segnali d’allarme provenienti da questo dispositivo, a verificare che cosa stesse accadendo sotto la benda che fasciava il braccio del bambino che, a decorrere da una certa ora della notte, aveva iniziato a piangere ininterrottamente per le ustioni provocate dall’ago fuori vena.

giovedì 17 novembre 2011

Esigenze di cura e necessità di gestione economica: Responsabilità colposa del Sanitario

La giurisprudenza prende posizione sui fini concreti che l’esercente una professione sanitaria deve perseguire nello svolgimento delle prestazioni di cura e tutela del paziente.
 La Suprema Corte stabilisce che non è consentito al Sanitario, e tantomeno al complessivo sistema sanitario, privilegiare la logica economica di gestione a quella relativa alla tutela generale della salute, né fissare direttive che pongano in secondo piano le necessità del malato. Il Sanitario, che tra l’altro è tenuto al rispetto di precise regole deontologiche, ha comunque il dovere di privilegiare la salute del paziente rispetto ad ogni altra differente occorrenza, ponendosi nei confronti del malato in una specifica, primaria e basilare posizione di garanzia.
 Egli pertanto non è tenuto a rispettare eventuali direttive che si pongano in conflitto con le necessità di cura (assistenza) del paziente, così come non potrà dispensarsi da colpa laddove si lasci influenzare da quelle direttive, abdicando al proprio dovere basilare a detrimento della propria professionalità.

domenica 13 novembre 2011

Infermieri e Pensionamento a 67 anni

Gli Infermieri non possono andare in pensione a 67 anni e con 42 anni contributivi!
Essi svolgono un lavoro molto delicato che, a prescindere dai criteri oggi utilizzati per la definizione di Lavori Usuranti, non può essere svolto in piena sicurezza per i cittadini che assistono, oltre un limite di età.   
Quanti dei politici italiani, dei loro familiari, si farebbero assistere al “tavolo operatorio” o in una terapia intensiva da infermieri e personale oltre 65 anni?
Questo provvedimento bloccherà ulteriormente il ricambio generazionale dei Sanitari nei luoghi di lavoro e la nuova tecnologia creerà sempre più criticità nel suo impiego.
Un Infermiere inizia la sua attività lavorativa dopo la Laurea, quindi tra i 25 ed i 30 anni. Gli Italiani sanno bene che all’età di 65 -70 anni un Infermiere (gravato dalle attività assistenziali) non è in condizioni di assicurare fisiologicamente un'assistenza sicura e ottimale!
Quindi gli Infermieri pretendono una maggiore equità nella partecipazione al risanamento attraverso misure di "Giustizia sociale":
E' ora di promulgare leggi e decreti che valorizzino la "Giustizia sociale" e Professionale. E' un grido comune di tutto il Personale sanitario!
E' questa la strada maestra per uscire velocemente da una crisi socio-economica soffocante, individuando  strategie di vera crescita e non incrementi di propaganda politica generalistica. Se gli Infermieri saranno ulteriormente penalizzati con ritocchi contrattuali o nelle pensionistici sono pronti a paralizzare quella "cieca sanità" che ragiona soltanto in termini eonomici e industriali non rendendosi conto che i paziente non sono dei "prodotti finiti" usciti da una catena di montaggio, ma soggetti bisognevoli d'aiuto.

mercoledì 9 novembre 2011

Attuazione del Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2010-2012

Nella G.U. n. 254 del 31/10/2011 e' pubblicato il decreto 4 agosto 2011 recante: Adozione del documento esecutivo per l'attuazione delle linee di supporto centrali al Piano nazionale della prevenzione 2010-2012.

Piano nazionale della prevenzione 2010-2012

martedì 8 novembre 2011

Eutanasia e pro-Eutanasia

Sono in tanti che pensano che l'eutanasia è un modo per morire dignitosamente quando la malattia ti aggredisce togliendoti ogni dignità, fino a che ti spegne tra atroci sofferenze.
Così ha vinto il "NO" al referendum tenutosi nella Primavera scorsa in Svizzera, con cui si chiedeva di vietare, o comunque limitare, l’assistenza al suicidio agli stranieri che fanno ricorso ad associazioni svizzere per la "pro-eutanasia". Si  sperava di ridurre quello che i promotori definiscono il "turismo della morte".
La legge federale attualmente permette esclusivamente l'aiuto passivo al suicidio, cioé la fornitura (su esplicita richiesta del paziente che intende porre fine alla sua esistenza) degli "strumenti" per farlo.
E' invece proibita l'eutanasia attiva diretta finalizzata a ridurre le sofferenze di un'altra persona.
Secondo dati di Agenzia, sono una trentina gli italiani andati in Svizzera che hanno voluto e avuto l'eutanasia, con un trend in aumento dovuto ad una maggiore consapevolezza e informazione sull'argomento.
Delle 400 richieste di suicidio assistito inoltrate ogni anno, solo 120 vengono accettate, le altre 280 non rientrano nei parametri dalle Norme federali.
Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute , ha commentato: “E’ urgente approvare al più presto, in Italia, la legge sul fine vita, in modo da evitare di lasciare aperte strade per arrivare all’eutanasia".
Contro il "NO" suo e  del Vaticano all'eutanasia, secondo i dati di un recente rapporto Eurispes, la maggioranza degli italiani (il 60%) è  favorevole all'eutanasia.
Ma cosa succede in Europa e in America? 
  1. L' Olanda, il Belgio e il Lussemburgo hanno già legalizzato la “dolce morte”;
  2. In Svezia nel maggio 2010, l’autorità sanitaria nazionale ha dato il via libera all’eutanasia;
  3. In Svizzera è in vigore una legge che consente l’aiuto al suicidio se prestato “senza motivi egoistici”; 
  4. In Germania, nel giugno 2010, la Corte di Giustizia si è espressa a favore dell’eutanasia “passiva”;
  5. In Spagna, nel marzo 2010 è stata approvata una legge sulla 'morte degna', che consente al paziente di rifiutare un trattamento che prolunghi la sua vita in modo artificiale e proibisce in questo caso l'accanimento terapeutico;
  6. Negli USA, lo stato dell'Oregon, ha ammesso l’eutanasia.